Qual è il regolamento legale?
Prima della disputa successoria viene effettuata la divisione dei beni matrimoniali. Nel regime dei beni matrimoniali ci sono diverse masse – gli acquisti e i beni propri (vedi anche: Acquisti o beni propri?). Naturalmente, i beni propri del superstite rimangono in sua proprietà. I beni propri del defunto finiscono nella proprietà della successione. Il coniuge superstite e il patrimonio successorio si dividono a metà gli acquisti.
Durante la disputa successoria vengono quindi ripartiti la metà degli acquisti che spettano al coniuge deceduto e i suoi beni propri (cfr. anche: L’eredità di defunti sposati). Soprattutto nel caso della proprietà abitativa, il pagamento degli eredi rimasti può diventare problematico per il coniuge superstite.
Favoreggiamento massimo del coniuge
Una variante di come i coniugi possono favorirsi a vicenda è la cosiddetta proposta. La partecipazione per metà all’aumento (eccedenza degli attivi rispetto ai passivi degli acquisti di ciascun coniuge) prevista dalla legge nella liquidazione del regime dei beni è modificabile. Il codice civile dà ai coniugi la possibilità di assegnare all’altro l’intero aumento. Tuttavia, le porzioni legittime dei discendenti non comuni non possono essere violate.
Questa variante del regime dei beni matrimoniali del “favoreggiamento massimo” può essere scelta mediante una convenzione matrimoniale che viene autenticata pubblicamente dal notaio. Inoltre, i diritti dei figli possono essere circoscritti alla porzione legittima in un testamento. Ciò aumenta ulteriormente la possibile assegnazione al coniuge superstite. Il coniuge superstite riceverebbe così il totale degli acquisti e i cinque ottavi dei beni propri del partner deceduto.
Usufrutto
Un altro modo in cui i coniugi (o i partner registrati) possono beneficiare l’uno dell’altro è l’usufrutto. Nel contratto di successione, al coniuge superstite può essere concesso l’usufrutto dei beni ereditari (anche della quota ereditaria dei discendenti comuni). Può anche essergli assegnata la proprietà di metà dell’immobile. Ciò significa che il coniuge superstite può utilizzare l’intero patrimonio coniugale. Questo assicura chiaramente il partner superstite. Agli “eredi effettivi” rimane la “sola proprietà” e possono disporre completamente dell’usufrutto solo dopo la morte del secondo coniuge. A questo proposito però, il coniuge superstite è obbligato a mantenere il valore del bene.
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Su cosa si può riflettere:
- Come è suddiviso il patrimonio del coniuge superstite in acquisti e beni propri?
- Ha senso lasciare in eredità qualcosa ai miei figli nella loro situazione attuale?
- Preferisco favorire completamente il mio coniuge?
- In caso affermativo, quale metodo di favoreggiamento sembra più appropriato?
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